La Bohème al Teatro alla Scala di Milano -recensione
- Andrea Tripodi
- 11 giu 2017
- Tempo di lettura: 2 min

La Bohème di Giacomo Puccini uno dei capolavori assoluti del Cigno di Lucca, si potrebbe ormai dire a ragion veduta e dopo le innumerevoli volte che è stata portata in scena, che trova nella produzione storica di Franco Zeffirelli (qui ripresa da Marco Gandini) la maggior espressione e condizione possibile che si possa ottenere.
A dispetto del tempo, non vi è a tutt’oggi infatti segno di una sola ruga e si continua a rivivere in scena tutta la magia di un allestimento ormai senza tempo. Lo spettacolo vive così già di per sé di luce propria ed è sempre assicurato.

La scelta del teatro scaligero di riproporre questo titolo a distanza di 2 anni dall’edizione precedente, viene così nuovamente premiata ed alla fine della prima esecuzione i convincenti applausi hanno potuto sancire ulteriormente l’ennesimo gradimento di questo capolavoro.
A tutto questo bel vedere si è aggiunto un Cast di assoluto spessore, praticamente tutto italiano, ad eccezione della sola protagonista Sonya Yoncheva qui al suo debutto in Scala nel ruolo di Mimì che ha contribuito ulteriormente al successo della serata.

Cominciando proprio dalla protagonista, la Yoncheva è una Mimi tenera e graziosa. La sua voce corre bene e fluida in teatro ed è sempre chiara nella dizione così come nell’interpretazione. Risolve con piglio da veterana l’aria del primo atto e si conferma ulteriormente nel terzo e quarto atto in tutti i suoi momenti. Anche Fabio Sartori è protagonista di una prova di rilievo. Il suo Rodolfo ha voce conforme e sicura al ruolo che raggiunge i suoi momenti più belli interpretando l’attesa aria “Che gelida manina” con i giusti colori intensi e nel convincente drammatico finale.

Molto positiva la prova dell soprano Federica Lombardi qui fresca interprete di Musetta dopo il suo ottimo debutto avvenuto proprio in Scala un paio di mesi addietro nell’insidioso ruolo di Anna Bolena.
Il pittore Marcello interpretato da Simone Piazzola ha nella sua convincente interpretazione la giusta timbrica e tutto il gusto del canto italiano.
Si riconfermano a livelli altissimi come già accadde nella scorsa edizione, lo Schaunard di Mattia Olivieri così come il Colline di Carlo Colombara che regala uno dei momenti più intensi dell’opera interpretando magistralmente l’aria “Vecchia Zimarra”.

Completavano il Cast in maniera ottimale Davide Pelissero, Luciano di Pasquale Francesco Castoro rispettivamente nei ruoli di Benoit, Alcindoro e Parpignol ma un’applauso in generale và a tutto il resto della compagnia di canto che ha contribuito al successo ottenuto.
Ottima resa complessiva anche per il Coro e per l’Orchestra del Teatro alla Scala diretta da Evelino Pidò.

Questa meritevole ed affascinante produzione de “La Bohème” la si protrarrà con repliche sino al 14 Luglio 2017.
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