“NADIR”, IL PRIMO ROMANZO DI SISSY RAFFAELLI.
- Emanuela Campanella
- 29 mag 2016
- Tempo di lettura: 4 min
Tutti conosciamo Sissy Raffaelli come soprano lirico, ma recentemente la troviamo in versione scrittrice con l’uscita del suo primo romanzo: “Nadir”.
Una storia d’amore e passione di un affascinate angelo e una bellissima ragazza con un passato difficile; la fede e il buon cibo caratterizzano questo libro, portando il lettore in un viaggio tra anima e gusto.
La Raffaelli iniziò a scrivere questo romanzo nel 2014, ispirata da un sogno che fece da adolescente e riportato su un vecchio diario, ritrovato successivamente in soffitta.
Affascinata e incuriosita dalla trama, ho letto immediatamente Nadir e sono rimasta piacevolmente colpita sia dalla capacità di scrittura della Raffaelli sia dalla storia coinvolgente e ben strutturata.
Nonostante i suoi mille impegni da madre e artista, sono riuscita ad intervistarla per conoscere tutti i retroscena del viaggio di Nadir.

Ci racconti le sue emozioni riguardo la pubblicazione del suo primo romanzo.
Decidere di divulgare un romanzo può essere relativamente “facile” per una persona abituata al pubblico, ma l’emozione provata nel ricevere il pacco con i volumi è molto più forte di quanto si possa credere. Ero molto timorosa sulla pubblicazione di Nadir, essendo una persona riservata: chi legge aprirà la tua anima con i pensieri, i sogni, le parole dettate dal profondo e non sai cosa penserà. La consapevolezza di un tuo volume tra le unghie dei pensieri del mondo è qualcosa di simile ad un uragano, ma sono felice.
Nel libro vengono citate alcune arie dell’opera lirica, è per farci capire che non abbandonerà mai il suo primo amore nonostante questo esodio da scrittrice?
No, per niente. Io scrivo di getto ogni sillaba che mi detta il cuore. Le citazioni musicali sono spontaneità dettate dal mio Modus Vivendi.
Nel suo romanzo vengono descritti in modo dettagliato diversi piatti culinari e alla fine di alcuni capitoli ci ha regalato delle ricette; che rapporto ha con il cibo?
Lo definirei di amore ed odio, in quanto io amo molto la buona cucina, soprattutto la tradizionale (estera od italiana che sia), mi rilasso cucinando, ma ho gusti difficili, non sono facilmente accontentabile e, mi consenta, temo anche un po’ per la linea (essendo una golosa di dolci e di cibi elaborati). Il nutrimento per me non è un bisogno, ma un dipinto da curare nei minimi particolari, è arte.
La fede e l’aldilà sono degli argomenti su cui si basa l’intera trama, lei è credente?
Si, lo sono.
Appena ho letto la descrizione fisica di Soraya, la protagonista che si innamora di Nadir, mi è venuta in mente lei; c’è qualcosa che vi accomuna?
Io avrei desiderato studiare arpa, ma non ho potuto farlo, e Soraya è un’arpista. Ci somigliano musicalmente, in quanto diplomate in Conservatorio, e fisicamente siamo simili, ma non uguali. Io ho le mani piccole, per esempio, mentre desideravo lei avesse le mani grandi a simbolo di un amore potente. Soraya rappresenta la donna cresciuta da sola, coraggiosa, testarda, che sa sottomettersi per il bene dell’altro conservando la sua dignità, la libertà. E’ una donna come tante, abituata al sacrificio, alla solitudine, ma che, oggi come oggi, riesce ad arrivare vergine al proprio Vero ed Unico Amore. E’ una donna d’altri tempi, elegiaca, soave, briosa come una bottiglia di champagne, che esplode di gioia se la agiti. Entrambe amiamo il rosso ed il bianco, la vita, i colori e… cuciniamo… Volevo fosse una ragazza che scrive su un diario con la penna, non usa internet e non ha sempre in mano il cellulare, una donna libera dai canoni del consumismo, dalle mode.
I luoghi principali che vengono citati nel libro (Venezia, Toscana, Corsica e Parigi) sono dei luoghi che lei conosce e che le hanno lasciato un ricordo particolare?
Non tutti. Adoro Venezia, l’ho visitata alcune volte ed il mio sogno più grande è viverci. Soggiornare un po’ a Parigi è un mio desiderio sin dall’adolescenza (infatti la mia opera preferita è La Traviata ed uno dei libri che adoro è La Signora delle Camelie): sono stata in Francia, ma ho sempre evitato la capitale per desiderio di andarci in un’occasione particolare; mi piace talmente tanto da essere certa non mi perderei, avendo studiato accuratamente il luogo su internet e libri, inoltre io amo tantissimo la cucina francese. Io vivo in Toscana, per cui la conosco benino (ci sono sempre angoli, sovente incantevoli, a noi ignoti) ed amo moltissimo Orbetello, che trovo molto rilassante e romantica. La Corsica è una sorta di calamita, che mi attrae sin dall’infanzia, forse per le origini familiari in loco, ma che non ho mai avuto il piacere di vedere.
Qual è il suo libro preferito?
Assolutamente “ Il conte di Montecristo”. Adoro Dumas.
Ha in progetto di scrivere altri romanzi?
Non lo so, intanto mi occupo di Nadir, anche se l’editore mi ha dato uno spunto interessante per un nuovo libro e mio figlio desidera pubblichi le favole inventate per lui. Chissà…
Progetti lirici futuri?
Scaramanticamente, non ne parlo, in attesa d’ingaggi, aggiungo solo che replicherò la mia commedia lirica “Mi si è spento il lume”, molto gradita dal pubblico.
Ringraziamenti speciali…
Ringrazio” Nadir”, che mi ha fatto compagnia e donato gioia in molte notti. Un grazie va’ sicuramente al mio compagno, che mi ha “sopportata” e mi è stato vicino per tutto il percorso letterario-editoriale, quindi a Marco Petrini, il mio editore per PM edizioni, che ha creduto nel libro, ed a tutte le persone che desiderano leggerlo.
SISSY RAFFAELLI

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