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SILVIA CAFIERO: “CANTEREI IL REQUIEM DI VERDI TUTTI I GIORNI!”

  • Emanuela Campanella
  • 18 mag 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

Ho avuto l’occasione e il piacere di intervistare il soprano Silvia Cafiero al rientro del suo ultimo viaggio in Giappone, in occasione del concerto “Beyond the Door”. Oltre a raccontarci quanto è stato emozionante questo evento, ci confessa anche il suo amore per la musica di Verdi. La Cafiero, oltre ad essere un talentuoso soprano, è anche una logopedista e grazie alla sua esperienza ci spiega l’importanza della musica per chi soffre di disturbi del linguaggio e dell’apprendimento.

Silvia Cafiero

Recentemente è stata ospite d’onore al concerto “Beyond the Door” in Giappone, ci racconti com’è andata.

Devo dire innanzitutto che è stata una bellissima esperienza oltre che artistica anche personale.

Ho conosciuto persone splendide e ho potuto assaporare tanti aspetti positivi di una cultura così diversa dalla nostra e molto affascinante. La possibilità di viaggiare e comunicare attraverso un linguaggio universale con lingue e culture diverse è ciò che rende magico ed emozionante questa mia scelta di vita.

Il concerto è stato organizzato dalla fondazione artistica Toyota con la direzione artistica del Maestro Hiroo Hadame, per ricordare lo tsunami del 2011 avvenuto a nord di Tokyo. Ci è stato illustrato un video della città prima e dopo la catastrofe. In particolare il luogo dove prima si stendeva per chilometri una fitta pineta di cui è rimasto un unico pino superstite. Un’immagine agghiacciante, ma allo stesso tempo un messaggio di forza e speranza davvero commovente. Un liutaio della zona ha deciso di onorare questo unico superstite, dipingendolo sul retro dei suoi strumenti ad arco e questi strumenti stanno girando il Giappone, portando attraverso la musica questo messaggio.

La sala del teatro era piena e si sentiva nell’atmosfera l’attenzione di un pubblico rispettoso e attento ed empatico. Davvero una serata ricca di emozioni!

Lei, oltre ad essere un soprano, è anche logopedista: quanto incide la musica sui disturbi del linguaggio e dell’apprendimento?

Ci sono delle terapie che si basano proprio sulla musica e sui principi fisici del canto. Io stessa per la mia tesi, che fu sperimentale, utilizzai esercizi di canto su un disturbo neurologico ottenendo dei grandi risultati.

Lo studio della musica richiede l’attivazione di tanti processi mentali e fisici, nonché emotivi che stimolano in modo positivo il cervello, soprattutto la memoria e il problem solving.

L’educazione musicale all’interno delle scuole andrebbe aumentata e bisognerebbe conferirle una maggiore dignità. Fare musica vuol dire tante cose…vuol dire costanza, disciplina e autodisciplina, rispetto delle regole, creatività, consapevolezza, ascolto, interazione con gli altri, condivisione, conoscenza e superamento dei propri limiti, espressione individuale e collettiva. Tutto ciò contribuisce alla formazione della personalità e quindi all’apprendimento.

Quale consiglio tecnico può dare ai giovani aspiranti cantanti?

Il grande consiglio che posso dare ai giovani cantati e a me stessa, è quello di sperimentare e avere sempre maggiore consapevolezza del proprio strumento e quindi del proprio corpo. Studiare l’anatomia dell’organo vocale dovrebbe essere un obbligo, soprattutto per poter preservare la propria voce da attacchi a gamba tesa di cattivi insegnanti che io definisco “ladri di sogni”. Non ricercare posizioni fisse e statiche in qualcosa che è in continuo movimento e cambiamento. Dare attenzione per l’80 percento alla respirazione e quando si ha un blocco tecnico, pensare di poter trovare la soluzione attraverso un altro tipo di lavoro che interessi magari maggiormente altri aspetti della nostra vita.

Questo è ciò che io cerco di ricordare a me stessa ogni giorno, non si finisce mai di scoprirsi.

C’è un personaggio in particolare che preferisce interpretare?

In particolare amo cantare la musica di Verdi e ruoli che sento di poter sentire realmente in me come Violetta, Abigaille, Giovanna D’arco. Ho amato tantissimo cantare il REQUIEM di Verdi. Trovo che sia una delle parti da soprano più difficili mai scritte, ma anche sublime. Lo canterei tutti i giorni!

Progetti futuri?

Altre grandi esperienze artistiche fuori Italia, in particolar modo a Londra e Singapore. Per questa estate ho in previsione una serie di concerti e…una bella vacanza al mare!

Finisca la frase: “La voce è…”

“… la nostra identità, frutto delle nostre pienezze e cavità, dei nostri blocchi e delle nostre libertà come esseri umani ”.

Silvia Cafiero - Concerto “Beyond the Door”

 
 
 

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